Ieri sera un altro evento musical in Arena:

stavolta pirotecnico e fantasmagorico,protagonista Sugar Fornaciari

Zucchero,nel blues dipinto di Blu

Ritmi sensuali e ballabili,ma anche. E un piccolo aiuto da Pino Daniele

Ancora polemiche sul forzato spostamento di data: frecciate a Ligabue e al Commune

20k Dall'Arena spoglia e leggera di Ligabue al luna-park di Zucchero. Oltre che contendersi la data, sembra che i due abbiano fatto a gara anche nel differenziare 1'impatto visivoe scenografico dell'evento. Ieri sera chi entrava in Arena trovava- insieme alla sorpresa annunciata dei Chieftains, il piu grande gruppo di musica celtica-un palco un po'kitsch,con tre grandi archi snodati che sembravano fatti col meccano, fosforescenti cariatidi alate in stile littorio, una pedana a forma di torta, e sospesa in alto la tipica palla stroboscopica delle discoteche anni'70. Ma anche ieri sera, in fondo, aleggiava su tutto lo stesso Ligabue, per via della nota polemica dello spostamento di data a cui Zucchero e stato costretto per lasciare spazio al compatriota. Avete un assessore str...ha tuonato Sugar davanti ai diecimila spettatori, dopo aver confidato, prima del concerto, di aver trovato davvero la mossa del Liga

Ma veniamo alla serata.Quello che voleva Zucchero era proprio quest'atmosfera di rave festaiolo,uno sfrenato e spettacolare coinvolgimento danzereccio che in effetti e andato a segno, specialmente dopo che a meta serata la star ha esplicitamente invitato i fans a oltrepassare il servizio d'ordine e a farsi sotto il palco. Gia dalle 20.30 gli acustici e raffinati Chieftains avevano stimolato a modo loro la mobilita dei piedi e delle mani del pubblico con scintillanti danze irlandesi; ma, ahime, e stato avvilente vedere questo ensemble di musicisti stellari (oltre che simpaticissimi) e in grado di dare lezioni a chiunque, ridotto a fare da misconosciuti supporter mentre ancora la gente entrava nell'anfiteatro e rumoreggiava di speratamente nel cercare al buio i propri posti.


18k Soltanto alle 21.40, dopo una lunga pausa, Zucchero entra annunciato da una scarica di micidiali colpi di chitarra distorta e dal ritmo ballabile di You make me feel loved, impetuosa cascata di suoni, timbri e pulsazioni. Una delle piu belle e rappresentative canzoni dell'ultimo album Blue Sugar, per quel gioco di contrasti - tipico del Fornaciari - tra lo spensierato ritmo dance, l'insistita linea melodica del ritornello e il testo lirico e tenero, intriso di femminilita ed erotismo (anche se la canzone risulta ufficialmente dedicata alla sua terra, l'Emilia). lnsomma, come spesso nei concerti di Zucchero, il blues c'e ma non si vede molto, e rimane soprattutto a livello di dichiarazione d'intenti, di sostanziale valore intimo piu che di struttura formate, se non in certi momenti particolari (Blu, Dopo di noi, il nuovo arrangiamento di Con le mani) e negli interventi intensi del quotatissimo armonicista inglese Mark Feltham (gia nei Nine Below Zero). Anche in questo tour si e preferito dar sfogo al rock, a un po' di vecchio funky, alla ballabilita di certa anni '70 e alla sua versione aggiornata anni '90 in chiave techno.

20kComplici fedeli sono in questo ie chitarre di Mario Schiliro (tra ie quali una Gibson a doppio manico scovata presso un amatore veronese), il basso di Dywane Thomas (vieiie da Memphis e ha sostituito Gail Ann Dorsey, impegnata in un proprio album),l'elettronica di Luciano Luisi, la batteria di Derek Wilson: blocco squadrato al quale vanno aggiunti elementi meno allineati come il citato Feltham, il sax di James Thompson,la tromba di Massimo Greco, e persino un graziosissimo quartetto d'archi in minigonna (Federica Bergamaschi, Gaia Mecocci, Claudia Pedrani, Benedetta Chiari). Ma ieri sera c'era anche qualcuno in piu, ad assecondar Sugar. Non solo i pimpanti Chieftains di Paddy Moloney,sciaguratamente fischiati dagli incompetenti ma tomati verso fine serata per duettare con Zucchero in due brani che gia li avevano visti insieme alla Royal Albert Hall: Have I told you di Van Morrison e addirittura un Va' pensiero di areniana memoria. Ma anche l'amico-rivale Pino Daniele, che tempo fa innesco una polemica con Zucchero e ora -nel nome di un amore comune, il blues - ha fatto pace con un duetto triplo piazzato in centro serata. . Zucchero ha azzardato in napoletano Quanno chiove; Daniele - cosi diverso da lui, cosi pacioso e pacato, cosi musicale per musicale e verbale che offre con le sue canzoni, quasi una paccottiglia liberatoria e appassionante. Non solo rock e swing, di rhythm & blues e scanzonati honky tonky (magari con raglio d'asino incorporato). Sempre proteso-diversamente da Ligabue- verso l'universo femminile, Zucchero parla soprattutto d'amore come di un sogno d'infanzia, un rifugio certo e limpido, gridandolo con desiderio e nostalgia dentro frequenti incisi melodici che sono vere e proprie , quelle che abbiamo risentito ieri sera in capolavori chiamati ,Dune mosse, Cosi celeste, Diamante; o, tra le ultime, in Arcord, Blu, Dopo di noi: tenorili invocazioni dove Sugar mette tutta la sua voce tagliente e straziata, ballate lente e tristi dall' andamento cullante e ossessivo; ma melodrammatiche anche quando(Back 2 u) il ritmo sottostante e infernale. Un amore che itride de se tutto l'ambiente, e non c'e che da coglierlo; un amore rimpianto quanto perduto, anzi alla quale augura a denti stretti e ogni bene possibile dal rivale che l'ha sostituito al fianco di lei.

18k Muovendosi con padronanza di se in un labirinto di citazioni e di retorica melo. Zucchero ricama e pasticcia parole, magari sfilacciandole, spezza i versi e li ricompatta nel ritmo. Fa tracimare le proprie scelte metriche e musicali in torrenziali colate laviche, e contiene poi il tutto con quella voce di carta vetrata, sporcata di effetti (ma penalizzata ieri da un audio non buono),che dal remissivo passa continuamente a rabbiose sparate di disperazione incontrollata. E quelle , le sue famose ? Rolling Stones, Beatles, Pink Floyd, Dylan, Creedence, Traffic, James Brown, Men at Work, Sly & the family, e persino Piero Ciampi... Ma questa, ragazzi, e la musica del nostro tempo, aleggia ovunque, e Zucchero la restituisce per pillole, per rimandi, per echi innamorati, quasi come puri effetti sonori. Oggetti musicali divenuti parte del linguaggio comune, spavaldamente rivendicati, creativamente mescolati, disinvoltamente sfoderati, allegramente malcelati: per il piacere di farlo, per ingenuita, per omaggio, non importa. Un grande emporio di musica, che per esporlo ieri sera ci son volute ben tre ore, fino a mezzanotte e mezza, bis e ospiti compresi. E presso l'affezionata clientela la mercanzia e andata anche stavolta a ruba.

Reprinted from L'Arena, Lunedi 13 Settembre 1999, di Enrico de Angelis

 

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Zucchero.

Zucchero and Pino

Chieftains

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Roman Verona.

Rome to the Renaissance.(A stroll in Verona)